Ricerche e scavi nel Basso Verbano


La regione del basso Verbano costituisce un’area di notevole interesse poiché contraddistinta da un fitto popolamento con caratteristiche che si mantengono stabili dall’epoca protostorica sino a quella romana. Punto di snodo di notevole rilievo tra la pianura padana e i valichi alpini per approdi e commerci, da Milano partiva una direttrice stradale via terra che nel suo tratto iniziale seguiva la valle dell’Olona per giungere presso Sesto Calende – Angera. Da qui si proseguiva via lago, lungo l’idrovia che conduce all’odierna Svizzera per servire tutto il Sopraceneri e le aree circostanti. Queste caratteristiche fanno sì che questo areale abbia notevoli potenzialità per una ricerca che vada ad indagare la distribuzione dei siti in modo diacronico e le relazioni che questi hanno con la viabilità e i commerci e, in una seconda fase, come poi il territorio si adattò a fronteggiare le invasioni provenienti dall’oltralpe dopo la caduta dell’Impero romano, sfruttando il ruolo di passaggio obbligato per la pianura.

Le attività di ricerca dell’Università degli Studi di Milano nel Basso Verbano nascono con l’intento primario di comprendere le dinamiche di frequentazione e sfruttamento del territorio nell’area compresa tra gli odierni comuni di Angera, Sesto Calende, Golasecca, Somma Lombardo e Vergiate sulla sponda lombarda del Ticino, e di Arona e Castelletto sopra Ticino su quella Piemontese dall’età del Ferro fino al periodo medievale.

In particolare, la ricerca ha l’obiettivo di studiare le relazioni di dipendenza che i siti in questo areale possono avere avuto sia con il bacino lacustre che con il fiume Ticino e al contempo comprendere lo sfruttamento del territorio e il conseguente insediamento dei siti in areali specifici. La ricerca si propone inoltre di analizzare la viabilità del territorio, terminale della strada Mediolanum-Verbannus e dei commerci che da qui transitavano da e per i valichi alpini.

Per raggiungere questi obiettivi è in corso una mappatura GIS di tutti i siti conosciuti, attraverso lo spoglio bibliografico e la consultazione in archivio e del GNA – geoportale nazionale. Per verificare le relazioni tra i siti verranno eseguite analisi geospaziali e di geoprocessing come quella del vicino più prossimo, visibilità infrasito e simili, al fine di elaborare un modello di insediamento, distribuzione e probabilità di ulteriori insediamenti nell’areale preso in esame. A questa prima fase interlocutoria seguirà un’analisi puntuale sul territorio attraverso indagini archeologiche mirate in aree pluristratificate e studio di reperti.


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